La storia del borgo di Bonito

Bonito è un comune di 2258 abitanti della provincia di Avellino, al confine con la provincia di Benevento, dominato dalle verdi Valli del Calore e dell’Ufita.

Bonito è un borgo collinare sorto nel medioevo in un territorio noto anticamente per la sua fertilità. Ad accogliervi e a dominare il borgo, il Castello longobardo, a pianta quadrata, di cui rimangono le quattro torri cilindriche e il ponte elevatore in legno.

In realtà sembra che le sue origini siano ancora più remote…a confermarlo, la presenza dei ruderi di antiche terme rinvenuti nei pressi di una sorgente di acqua minerale, detta Vetecala o Veticale nei pressi del paese, in località Morroni.


La storia di Salvatore Ferragamo parte da Bonito

Forse non tutti lo sanno, ma Bonito è stato il paese di origine dello stilista Salvatore Ferragamo. Nasce qui nel 1898, dove si racconta che la passione per la moda sia nata dopo aver creato le prime scarpe alle sorelle.

Cominciò a lavorare come calzolaio a Torre del Greco, per poi tornare a Bonito per sposarsi e aprire un piccolo negozio in cui produceva scarpe su misura per le signore del posto. Dopo un paio d'anni, partì per gli Stati Uniti per raggiungere uno dei fratelli a Boston ed iniziare a lavorare in una fabbrica di scarpe. Dopo una breve permanenza lì, decise però poi di trasferirsi in California, inizialmente per aprirsi una sua bottega di riparazione e fabbricazione di scarpe su misura, per poi arrivare ad Hollywood per diventare il calzolaio delle star.

Dopo tanti anni negli Stati Uniti, decise di tronare e stabilizzarsi definitivamente a Firenze, dove consacrerà la sua fama aprendo il suo storico laboratorio artigianale, ancora oggi sinonimo di qualità e lusso.


Il Museo delle Cose Perdute di Bonito

C’è un signore a Bonito di nome Gaetano Di Vito che da quando aveva 10 anni (ora ne ha 45) colleziona oggetti rari e di uso comune. Questa passione si è trasformata poi in un museo che si trova in un appartamento, donatogli da una nobildonna del paese, in vico Masaniello.

Quella di Gaetano è una vera e propria mostra permanente che è iniziata con una raccolta spontanea e personale di attrezzi agricoli, per poi allargarsi a qualsiasi altro oggetto antico trovasse, fino anche ad un pezzo di meteorite, ritrovato per caso nelle campagne bonitesi.

Il museo è aperto ogni giorno e per visitarla basterà contattare l’ideatore che vi farà anche da cicerone.

Noi di Visit Naples abbiamo incontrato il signor Gaetano. È stato molto gentile durante la nostra, purtroppo breve, visita di Bonito. Oltre ad averci mostrato la sua casa/museo piena dei suoi ritrovamenti, ci ha anche potato a vedere Casa Pagella-Buongiorno, il palazzo del musicista Vincenzo Buongiorno, famoso violoncellista di Bonito, che trovò la sua fortuna in Germania e collaborò anche con il celebre compositore Puccini.


Cappella e mummia di Vincenzo Camusso

Vincenzo Camusso è un personaggio ignoto che i bonitesi venerano da più di due secoli come un santo.

La cappella che lo ospita, un tempo, faceva parte della Chiesa dell’Oratorio di S.M. Annunziata del 1200, colpita dal terremoto del 1962 e, poi, abbattuta. Questa fu poi in seguito ricostruita grazie al contributo degli emigranti di Bonito all’estero e del priore Crescenzo Petrillo.

All’interno è stata costruita una nicchia dove è possibile far visita alla mummia di Vincenzo Camusso, chiamato affettuosamente dai bonitesi Zì Vicenzo. Dalla modalità di sepoltura si evince che possa risalire alla fine del XVII secolo, inizio del XVIII, perché a quel tempo c’era l’usanza di essiccare i cadaveri, che venivano collocati nei sotterranei, posti su una seduta circolare in pietra con un buco al centro, sotto il quale vi era della sabbia dove avveniva la scolatura dei liquidi.

La storia della mummia di Bonito ha fatto il giro del mondo con il suo alone di mistero e verità. Numerose sono le versioni della tradizione popolare che, da circa due secoli, attribuiscono ad essa poteri taumaturgici, come mostrano le tante immagini ex-voto presenti nel tempietto.


I Murales di Bonito

Da qualche anno a questa parte, Bonito è diventato un vero e proprio museo a cielo aperto. Grazie all’intuizione del Collettivo Boca, i muri delle case sono diventati tele su cui artisti internazionale della street art hanno espresso il loro estro, dando un nuovo aspetto a questo angolo dell’Irpinia.

Oltre quindici opere, tra le quali spicca la Genesi dell’artista argentino Francisco Bosoletti, riconosciuta come una tra le prime tre opere più belle a livello globale. Tra gli altri artisti celebri: Millo, Tellas, Giulio Vesprini, Alex Senna, Diego Miedo, Arp, Milu Correch, Camilla Falsini, Nemo’s, Poki, Collettivo Fx, Guerrilla Spam, Bifido, Andrea Casciu, Irene Lasivita, Carlos Atoche.

Le opere riprodotte sono di grosse dimensioni e non impattano in alcun modo con la tradizione artistica precedente dell’edificio, ma anzi, piuttosto lo rinnovano e rendono più raffinato. La street art ha dato vita a un nuovo modo di intendere lo spazio comune. Con questi murales non si vuole solo decorare l’aspetto urbano, ma anche far riflettere chi li guarda.