Storia della fondazione della chiesa dei Santi Apostoli
Lungo via Donnaregina, famosa per la presenza dell’omonimo Museo Diocesano e del sontuoso Palazzo Arcivescovile, si apre una piccola strada che da su uno slargo. La piazzetta è dominata dalla facciata di una chiesa apparentemente austera, sobria: eppure al suo interno si nasconde un tesoro inestimabile, uno dei più prestigiosi dell’arte barocca napoletana!
La costruzione del santuario fu cominciata nel lontano V secolo dal vescovo Sotero in luogo di un antico tempio classico, molto probabilmente dedicato a Mercurio: l’intestazione ai Santi Apostoli si deve proprio a questa nuova funzione anti-pagana dell’edificio. Chi meglio, infatti, dei primi martiri e dei primi evangelizzatori, poteva cancellare “la presenza impura delle antiche divinità pre-cristiane?
Poi, come spiegato dalle tre lapidi incassate sul frontespizio, la chiesa fu gestita dai Caracciolo di Vico fino al XVI secolo, per essere affidata in seguito ai Teatini che incaricarono l’architetto Francesco Grimaldi di realizzare i lavori di ristrutturazione: la consacrazione definitiva del tempio fu fatta nel 1649 dal cardinale arcivescovo Ascanio Filomarino, autentico “monarca di Napoli” dal 1641 al 1666.
Le principali opere d'arte della chiesa dei Santi Apostoli
Ed è proprio grazie al potente Ascanio che la chiesa offre al visitatore uno dei gioielli più preziosi del Seicento Italiano. Infatti si resta veramente incantati nel contemplare lo splendido altare fatto erigere dall’arcivescovo per la sepoltura propria e dei propri familiari nel transetto sinistro (le ossa sono conservate nella cripta in basso). Disegnato dall’architetto Francesco Borromini, l’eterno rivale del Bernini, il monumento fu costruito e decorato grazie all’aiuto degli artisti che in quegli anni, tra il ‘20 ed il ‘40, decoravano la Basilica di San Pietro al soldo del potente papa Urbano VIII, e che Ascanio aveva chiamato a sé per celebrare il suo glorioso nome: i mosaici con i realistici ritratti del Filomarino e del fratello Scipione sono stati realizzati da Giovan Battista Calandra, sui disegni di Pietro da Cortona e Valentin de Boulogne; gli splendidi leoni in marmo sono stati scolpiti, invece, da Giuliano Finelli, autore del monumento del fratello di Ascanio, Gennaro Filomarino, vescovo di Calvi, opera conservata in sacrestia; il prezioso e commovente fregio di putti, infine, è opera del fiammingo Francois Duquesnoy.
Di fronte all’altare Filomarino si erge il suo “gemello”, l’Altare Pignatelli, che celebra i fasti di Francesco Pignatelli, arcivescovo di Napoli dal 1703 al 1734. Disegnato da Ferdinando Sanfelice ed abbellito dai mosaici di Francesco Solimena e dalle decorazioni di Matteo Bottigliero e Bartolomeo Granucci, il grande altare ospita al suo interno una tavola cinquecentesca dalle miracolose proprietà: è l’Immacolata Concezione di Francesco Olimpio venerata per le sue capacità taumaturgiche fin dal XVI secolo, e particolarmente amata dal Pignatelli durante il suo noviziato agli Apostoli. La magniloquente macchina settecentesca lancia così il suo guanto di sfida al più antico rivale. Chi vincerà questo secolare contest?
A fare da cornice ai “due colossi” la splendida decorazione del soffitto, dell’abside e della contro-facciata realizzata da Giovanni Lanfranco, autore, tra l’altro, d’importanti imprese artistiche per la Certosa di San Martino e per la Cappella del Tesoro di San Gennaro.
Nel magniloquente ciclo pittorico realizzato dal 1638 al 1646 il pittore parmense ha esaltato le vicende degli apostoli e del loro martirio, lasciando poi il testimone della fede ai Teatini, le cui gesta sono cantate nei teloni della tribuna. Morto l’artista emiliano nel 1647, la realizzazione dell’affresco della cupola con il vorticoso Paradiso fu affidata nel 1680 al settentrionale Giovan Battista Beinaschi, allievo indiretto del Lanfranco.
Ancora degna di nota è la splendida cappella di Sant’Ivo, la cui Congregazione si riuniva proprio nel monastero dei SS. Apostoli, ora Liceo Artistico, per perorare le cause dei cittadini meno abbienti che non potevano permettersi un avvocato: infatti al suo interno fa bella mostra di sé il monumento scolpito nel 1776 da Giuseppe Sanmartino (l’autore del Cristo Velato) a memoria di Vincenzo Ippolito, capo del Sacro Regio Consiglio, il quale dovette dirimerne più di una, di quelle pietose cause…
Come e quando arrivare alla chiesa dei Santi Apostoli
La chiesa dei Santi Apostoli si trova in Largo Santi Apostoli ed è facilmente raggiungibile con la linea 1 (fermata Museo) e con la linea 2 (fermata Piazza Cavour) della metropolitana. È aperta dal lunedì alla domenica dalle 9:30 alle 13:30 e dalle 16:30 alle 19:00. La domenica mattina si celebra la messa.
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