Scopriamo La Gaiola tra storia e bellezze naturalistiche

L’Area Marina Protetta “Parco Sommerso di Gaiola” è uno dei luoghi più suggestivi di Napoli e più visitati durante l’estate. Si estende dal Borgo di Marechiaro alla Baia di Trentaremi.

Qui coesistono aspetti vulcanologici, biologici e storico-archeologici, ciò lo rende un posto unico al mondo dove trovare tanta storia e un mare splendente restando in città. Nella splendida cornice del Golfo di Napoli, è gestito dal Centro Studi Interdisciplinari Gaiola Onlus.

Si estende per circa 42 ettari e nei suoi fondali si trovano numerosi reperti archeologici e vivono specie animali e vegetali tra le più originali del Mediterraneo.

Ma andiamo a scoprire un po’ di più su questa meravigliosa area: dalle curiosità, alla storia e su cosa fare e come raggiungerla…


La Gaiola: le origini del suo nome

Ci sono varie storie e leggende per quanto riguarda il nome “Gaiola”. Principalmente lo si deve ai due isolotti che sorgono a pochi metri di distanza dalla costa di Posillipo, nel settore nord occidentale del Golfo di Napoli.

Ebbene questa è la spiegazione ufficiale, ma non tutti sono d’accordo. C’è chi dice che il termine Gaiola deriverebbe dal latino “cavea”, termine con il quale si indicavano cavità, recinti e grotte. Tra l’altro, nella sua forma dialettale in caiola e poi Gaiola, dovrebbe stare ad indicare le numerose grotte che effettivamente sono visibili in tutta la zona.

Ma in napoletano Gajola significa anche “gabbia”, traduzione che soddisfa chi ritiene di riconoscere nella forma delle strutture poste sul piccolo arcipelago delle gabbie. Infine, per “cavea” intendevano anche lo spazio dell’anfiteatro che serviva per accogliere gli spettatori: infatti, nella zona della Gaiola è possibile visitare e ammirare l’anfiteatro posto sulla collina di Posillipo, facente parte all’antica Villa Romana di proprietà del patrizio Publio Vedio Pollione (il Pausilypon).


Cenni storici sulla Gaiola

La bellezza del luogo era nota fin dai tempi antichi, come ne sono dimostrazione i numerosi resti archeologici conservati nei suoi fondali che sono finiti qui nel corso dei secoli a causa dello sprofondamento della crosta terrestre. Il primo ad averci forse visto qualcosa fu proprio il ricco cavaliere Publio Vedio Pollione che, trafitto dall’incantevole paesaggio, vi fece costruire la sua villa imperiale di Pausilypon (oggi visitabile).

La villa era stata concepita per l’otium, ma come era solito in epoca romana, dall’ozio si doveva anche generare ricchezza. Qui infatti, venivano allevati pesci, nello specifico: orate, murene ed ostriche. Quest’area è stato il primo luogo al mondo in cui si è iniziato ad allevare ostriche e dove si è sviluppato il concetto di “ostrica: cibo da ricchi”. Inoltre, il metodo di produzione e di allevamento utilizzato in epoca romana, è lo stesso che viene utilizzato tuttora in Francia.

Ma non era solo luogo di affari, infatti Pausilypon deriva dal greco e significa “luogo dove terminano gli affanni”. Data la sua estensione, la villa era un vero e proprio borgo: di questa faceva parte anche l’anfiteatro che poteva ospitare ben 2000 spettatori.

Dopo il ricco cavaliere patrizio, la villa è stata anche proprietà altrui, tra questi tutta la dinastia Augustea. Poi fra l’Ottocento e il Novecento è passata ad altri proprietari: fra questi Luigi de Negri che, nel 1874, vi costruì una villa che la caratterizza ancora oggi. E fu anche proprietà del celebre Norman Douglas, autore della Terra delle Sirene.

Oggi la villa è di proprietà della Regione Campania e l’intera area, istituita come “protetta” con il Decreto Interministeriale del 7/8/2002, presa in cura dal CeRD (Centro Ricerca e Divulgazione AMP Gaiola) con la collaborazione del Centro Studi Interdisciplinari Gaiola ONLUS.


Ma mo' nun chiagne cchiù / T' port' sott' a luna / Nun rir' cchiù / Gaiola portafortuna (Ma ora non piangere più, ti porto sotto la luna, non ridere più, Gaiola portafortuna)
Gaiola Portafortuna - Liberato

Leggende e curiosità sulla Gaiola

La popolazione di un tempo non vedeva di buon occhio la Gaiola, che era considerata una sorta di isola maledetta che dietro la sua bellezza nasconde sorti inquiete, nomea dovuta ai frequenti morte, suicidi, disastri finanziari, naufragi che vedevano protagonisti i suoi numerosi proprietari.

In seguito a questi accadimenti, sono tante le leggende sorte sulla zona. Una delle più famose è quella che dice che si aggiri il fantasma di una donna senza volto. Secondo i pescatori della zona si tratterebbe dello spirito di una donna morta durante il naufragio dell’incrociatore San Giorgio nel 1911.

Secondo altri invece, si tratterebbe del fantasma della moglie di Hans Braun, uno dei tanti proprietari della villa che fu trovato avvolto in un tappeto nella sua abitazione trapassato da un proiettile. Sua moglie, qualche tempo dopo, fu vittima di un altrettanto drammatica morte: cadde in mare per effetto del cedimento del filo della teleferica su cui viaggiava e annego nelle acqua della Gaiola nelle quali ancora vive il suo fantasma. I Posillipini raccontano che nei giorni di tempesta, tra il rumore del mare e la pioggia insistente, si oda forte e chiaro il suo lamento.

Ma lasciando da parte la jella (sfortuna), la Gaiola è quanto di più prossimo al paradiso in terra. Infatti lo spiega bene in una sua canzone il famoso e ignoto cantante Liberato che nel suo singolo “Gaiola portafortuna” ribalta le dicerie della tradizione trasformandola in un feticcio portafortuna e traducendo in poche parole la bellezza encomiabile del posto.


Cosa fare alla Gaiola

Sono tante le attività da fare alla Gaiola: dalle visite guidate, alle passeggiate naturalistiche e le attività nell’area di balneazione. Ma per le varie disponibilità e prenotazione vi invitiamo comunque ad informarvi sul sito ufficiale www.areamarinaprotettagaiola.it.

In ogni caso vi è un’ampia proposta di percorsi attività che potete scegliere a seconda che amiate di più il mare o l’archeologia. Il parco è ad ingresso gratuito e si paga a seconda dell’attività scelta.

Visita al Parco del Pausilypon: Si parte dall’ingresso della Grotta di Seiano su Discesa Coroglio e si percorrerà il tunnel lungo quasi 800m che trafora la collina di Posillipo. Superata la grotta si giungerà al Parco Archeologico del Pausilypon dove si potrà ammirare ciò che resta della lussuosa villa di Vedio Pollione che si estende dal promontorio che domina la splendida baia di Trentaremi fino a mare. Qui, nella pars publica, si visiterà il teatro, l'odeion e le sale di rappresentanza della Villa romana.

Aquavision: ammirare la bellezza del parco sommerso di Gaiola stando comodamente seduti su un piccolo battello dal fondo trasparente.

Attività marine: per gli amanti dello sport, nelle acque della Gaiola è possibile fare snorkeling, diving scientifico e kayak.


Come raggiungere la Gaiola

In Metro: prendere la Linea 2 ed uscire alla fermata Mergellina. Continuare con l'autobus (fermata Capo Posillipo), quindi continuare a piedi per via Tito Lucrezio Caro e poi per la Discesa Gaiola.

In Bus: da Mergellina o dal Vomero, prendere l'autobus (fermata Capo Posillipo). Continuare a piedi per via Tito Lucrezio Caro e poi per la Discesa Gaiola.

In auto: dal centro di Napoli proseguire in direzione del Porto, passare per il tunnel Vittoria e attraversare il Lungomare in direzione Via Petrarca, successivamente procedere per Via Manzoni e Via Tito Lucrezio Caro fino alla discesa Gaiola. Partendo da Piazza Garibaldi la durata del percorso è di 34 minuti.