I Greci chiamarono Campi Flegrei l'area ad ovest di Napoli: il territorio che va da Posillipo a Cuma e che comprende Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida e Quarto, nonché le isole di Nisida, Procida, Vivara e Ischia.
Questa zona è caratterizzata da fumarole, acque termali, vulcani spenti e laghi.
I Campi Flegrei (dal greco flegraios, “ardente”) sono il luogo in cui i quattro elementi della natura – fuoco, acqua, terra e aria – si fondono in una perfetta armonia. La presenza di questi quattro elementi nel paesaggio fisico si ritrova anche nel mito e nelle leggende legati a questi luoghi, celebrati da Omero e Virgilio nelle loro opere.

Se volete fare un tour in questi affascinanti e suggestivi luoghi, potete affidarvi alla società La Terra dei Miti che vi darà l'opportunità di scoprire la magia dei Campi Flegrei e vivere così un'esperienza memorabile.
Dunque, scopriamo insieme alcuni di questi magici luoghi!

Lago d'Averno

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Situato in una conca tra Lucrino e Cuma, nel cratere di un vulcano spento risalente a 4.000 anni fa, il Lago d'Averno risplende costeggiato da una vegetazione di vigneti, pini marittimi, salici, ginestre e boschi.
L'elemento dell'aria fa capolino già nella tradizione. Si racconta che le acque del lago emanassero acido carbonico e gas che non consentivano la vita ai volatili: “Averno” deriva dal greco “a-ornos” (privo di uccelli). Oggi però moltissime specie di uccelli popolano la zona.
Nel mito riscontriamo anche l'acqua e il fuoco: secondo gli antichi Greci e Romani, attraverso il lago si accedeva all'Oltretomba e il poeta Virgilio, nell'Eneide, individua in questa zona l'ingresso agli Inferi che Enea oltrepasserà.
In epoca romana, per volere dell'imperatore Augusto, il politico e architetto Agrippa fece costruire, nei pressi del lago, il complesso portuale denominato Portus Julius.
Sulle sponde del lago sono presenti anche i resti del Tempio di Apollo, un maestoso edificio termale di epoca romana.

Terme di Baia

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Baia (anticamente “Baiae”), zona caratterizzata dalla presenza di acque termali di enormi proprietà terapeutiche, era la meta delle vacanze dell'aristocrazia romana: c'erano strutture per i bagni termali, per il tempo libero, biblioteche, palestre e giardini, in linea con l'antico principio latino “mens sana in corpore sano”.
Qui l'elemento naturale dell'acqua si unisce a quello della terra: le due fasi del bradisismo (III e V secolo d.C.) provocarono l'abbassamento del suolo, pertanto molti edifici della città sprofondarono sotto il livello del mare, formando un parco sommerso che ha un grande valore storico e naturalistico.
Il Parco Archeologico di Baia si estende per 40.000 metri quadrati e ospita i resti di questi edifici comprendenti complessi termali e antiche abitazioni. È organizzato in sezioni (Villa dell'Ambulatio, Terme di Mercurio, Terme della Sosandra, Terme di Diana e Terme di Venere).

Piscina Mirabilis

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La Piscina Mirabilis è la più grande cisterna romana di acqua. Fu costruita nell'epoca augustea: scavata nel tufo, è ricoperta che formano cinque navate.
Nei tempi antichi, la cisterna aveva lo scopo di rifornire la flotta imperiale romana ancorata al porto di Miseno. L'acqua proveniva da Serino (Avellino), compiva un tragitto di 100 chilometri provvedendo all'approvvigionamento di Napoli e dei Campi Flegrei e infine giungeva a Miseno.
L'antica struttura oggi è diventata un “tempio dell'acqua”, uno spazio archeologico di grande bellezza e suggestione.

Antro della Sibilla

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L'Antro della Sibilla è il più famoso monumento della Cuma arcaica. Completamente scavato nel tufo, è costituito da un corridoio di forma trapezoidale lungo più di 100 metri con aperture laterali da cui entrano l'aria e la luce naturale. Per alcuni studiosi la struttura era una galleria di carattere militare. In fondo al corridoio si trova una camera terminale, interpretata come il luogo dove la Sibilla Cumana, sacerdotessa di Apollo, profetizzava i suoi oracoli. Nel mito si fondono gli elementi terra e aria: la sacerdotessa scriveva i suoi responsi su foglie di palma che, agitate dal vento proveniente dalle aperture del corridoio, rendevano gli oracoli “sibillini” (di difficile interpretazione). Virgilio si riferisce alla Sibilla come la veggente che guiderà di Enea nel regno degli Inferi.
L'Antro della Sibilla è tra i luoghi più affascinanti e misteriosi dei Campi Flegrei.