Dopo 8 anni di negoziati internazionali, a Jeju, in Corea del Sud, il Comitato di governo dell'Unesco ha votato all'unanimità per l'a candidatura italiana, riconoscendo l'arte del maneggiare e preparare la pizza napoletana come unica al mondo.
Ecco cosa si legge nella decisione finale dell'Unesco:
"il know-how culinario legato alla produzione della pizza, che comprende gesti, canzoni, espressioni visuali, gergo locale, capacità di maneggiare l'impasto della pizza, esibirsi e condividere è un indiscutibile patrimonio culturale. I pizzaioli e i loro ospiti si impegnano in un rito sociale, il cui bancone e il forno fungono da "palcoscenico" durante il processo di produzione della pizza. Ciò si verifica in un'atmosfera conviviale che comporta scambi costanti con gli ospiti. Partendo dai quartieri poveri di Napoli, la tradizione culinaria si è profondamente radicata nella vita quotidiana della comunità. Per molti giovani praticanti, diventare Pizzaiolo rappresenta anche un modo per evitare la marginalità sociale"
Si tratta del 58° Bene tutelato in Italia, il 9° in Campania, ed è stato ottenuto in seguito al lungo lavoro del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali che, appoggiato dalle Associazioni dei pizzaioli, ha iniziato già nel 2009 a redigere il dossier da presentare per la candidatura.
Un grande traguardo per la città di Napoli e per le sue tradizioni che, per il loro fascino e la loro genuinità, diventano importanti in tutto il mondo.
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