Il migliaccio napoletano, tipico dolce della tradizione carnevalesca partenopea, è forse meno noto rispetto ad altri, come ad esempio le chiacchiere con il sanguinaccio e le castagnole. Naturalmente si parla di una fama al di fuori dei confini napoletani, poiché non vi sono dubbi sul fatto che a Napoli amano e consumano questo squisito dolce da tantissimo tempo. Per chi avesse una lacuna riguardo questo spettacolare e semplicissimo preparato, questo articolo si propone di rimediare a tale mancanza. 

Le origini e la storia del migliaccio napoletano

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Il migliaccio napoletano è, con tutta probabilità, tra i dolci più antichi della tradizione napoletana, dato che pare risalire addirittura al medioevo, intorno all’anno 1000. Il nome migliaccio (miliaccium) deriva da un ingrediente che oggi non si usa più, il miglio, utilizzato per via della diffusione delle sue colture nei territori campani. Quindi questo dolce nasceva per via della forte presenza del miglio, a cui venivano aggiunti altri ingredienti facilmente reperibili da coltivatori gli allevatori: uova, latte, zucchero e ricotta (nella ricetta antica era previsto quello di capra). Il miglio fu poi abbandonato in favore della semola, che in effetti è prevista dalla ricetta attuale. Un altro ingrediente previsto dalla ricetta originale era il sangue di maiale, cosa che costituisce un'ulteriore prova dell'origine contadina e povera di questa preparazione, visto che erano i ceti più bisognosi a far uso di questo componente, considerato estremamente ricco di nutrienti. Sul sangue di maiale pare ci fosse una disputa aperta tra il popolino e la Chiesa, contraria all'utilizzo di questo ingrediente considerato pagano. La contrarietà della chiesa nulla ha potuto però contro la forza delle tradizioni, visto che il sangue in questione fu utilizzato ancora lungo anche per la preparazione del famoso sanguinaccio (con aggiunta di cioccolato e spezie, e spesso servito in accompagnamento alle sopraccitate chiacchiere). 

Il migliaccio napoletano: un dolce della tradizione da fare in casa

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La definizione più calzante per il migliaccio napoletano è forse quella di dolce casalingo, visto che è una ricetta molto spesso preparata tra le mura di casa, piuttosto che in pasticceria. Un dolce quindi semplice, che mantiene intatta la tradizione e il gusto di preservare quelle ricette tipiche che fanno quasi parte del folklore di un luogo. In tempi recenti poi, c'è una grande attenzione per le ricette della tradizione, i sapori di un tempo e la riscoperta di quelle consuetudini che erano in voga quando la vita forse era più semplice e bastava una fetta di migliaccio per strappare un sorriso e riunire una famiglia intorno alla tavola.

La ricetta del migliaccio napoletano

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Il procedimento per preparare il migliaccio napoletano non è complesso, si potrebbe dire che è suddiviso in due step. Questi gli ingredienti richiesti per la versione base della ricetta: semolino, acqua, zucchero, burro, ricotta, uova, vanillina, limone, zucchero a velo. La prima fase consiste nel portare ad ebollizione i liquidi insieme al burro e poi aggiungere gradualmente il semolino. La seconda fase invece prevede di montare le uova con lo zucchero e la ricotta. I due composti poi andranno uniti e infornati, una volta che il preparato di semola si sarà raffreddato. Il tocco finale consiste in una bella spolverata di zucchero a velo! Naturalmente c'è più di una versione e più di una ricetta, come spesso accade per questi dolci tramandati di famiglia in famiglia. Ad esempio c’è chi aggiunge la buccia d'arancia al posto di quella del limone, oppure utilizza la vaniglia pura al posto della vanillina in busta. Può variare anche il tipo di ricotta utilizzato, e per restare fedeli alla ricetta originale bisognerebbe utilizzare un tegame in rame per la cottura. A prescindere dalle varianti, rimane un dolce da leccarsi i baffi, da provare almeno una volta.