“Parthenope,” dice Paolo Sorrentino parlando del suo ultimo film, uscito in Italia il 24 ottobre, “racconta due misteri: la donna e Napoli.” Bella e ammaliante, profonda e scaltra, nostalgica, gioiosa, libera: tutte queste cose è Parthenope, la protagonista, come lo è Napoli, città di cui porta il nome e dove è ambientata la sua storia.
Parthenope, infatti, è l’antico toponimo di Napoli, legato al mito della sirena che fondò il primo insediamento greco.
Napoli non è solo uno sfondo alla storia, la costruisce, tanto che a ogni tappa della vita di Parthenope corrisponde un luogo della città. In questo articolo abbiamo raccolto i luoghi in cui è stato girato Parthenope per osservare ed esplorare Napoli attraverso gli occhi di Paolo Sorrentino. Partiamo.
8. Villa Lauro e le ville di Posillipo: Parthenope e il legame con il mare
Il film si apre con la scena di un parto, che avviene nelle acque di una spiaggia privata presso un’antica dimora. Si tratta di Villa Lauro (conosciuta anche come Villa Rocca Matilde), un tempo residenza dell’armatore Achille Lauro, oggi all'asta. Qui, tra le onde di Posillipo e al cospetto del Vesuvio, la protagonista nasce, stabilendo il suo legame simbolico con il mare. Ma Villa Lauro non è l’unico luogo della costa scelto come location del film. Villa Grotta Marina, presso la Baia dei due Frati, è la spettacolare casa della famiglia alto-borghese di Parthenope.
Queste ville, essendo private, non sono visitabili né accessibili da terra, ma si possono ammirare dal mare. Come? Con un tour del golfo, magari in barca. Il tour più completo e comodo è offerto da InStazione. Si parte da Castel dell’Ovo e si naviga a bordo di Argo, una lancia d’epoca di 7,5 metri, esplorando la costa da Santa Lucia a Posillipo, ammirando i luoghi di Parthenope e molto altro. Il tour include una sosta per fare snorkeling nelle acque di Villa Lauro, per scoprire da vicino la Napoli amata da Sorrentino.
7. Galleria Umberto e via San Carlo: la sensualità di Napoli
Siamo negli anni ’50, la guerra è finita e Napoli esplode di bellezza: donne e uomini, eleganti e affascinanti, camminano lungo la Galleria Umberto e via San Carlo. Gli sguardi sfuggono, ma l’aria è ricca di tensione erotica. La vita di Parthenope è appena iniziata, e anche Napoli è pronta a ripartire. Sorrentino ambienta questa lunga sequenza estetica, priva di narrazione, nei luoghi più rappresentativi della città, simboli di fermento culturale, arte e rinascita. La Galleria, costruita a fine Ottocento, è un capolavoro architettonico, uno spazio maestoso e vivace dove si intrecciano storia, commercio e cultura. Via San Carlo, che passa accanto al celebre Teatro San Carlo, simbolo della lirica e della grande tradizione musicale napoletana, rappresenta invece l'eleganza senza tempo della città. Entrambi i luoghi riflettono l’identità poliedrica di Napoli, una città in cui passato e presente convivono armoniosamente.
6. Capri e i Giardini di Augusto: il ricordo di un’estate
Nella biografia di Parthenope, il ricordo di un'estate a Capri occupa un posto speciale. In questo angolo incantato, dove la bellezza senza tempo dell’isola si fonde con la spensieratezza giovanile, si svolge un episodio cruciale della sua vita. I celebri Faraglioni emergono con intensità dalle acque, e nel film vengono ammirati dai Giardini di Augusto per un effetto visivo spettacolare. Da questo giardino, uno dei luoghi più suggestivi di Capri, la vista si apre sui Faraglioni e sulla tortuosa via Krupp, catturando lo splendore naturale dell’isola. Le riprese toccano anche la spiaggia del Faro di Punta Carena ad Anacapri, che accentua la forza selvaggia e l’essenza primordiale dell’isola.
5. Università Federico II: Parthenope e gli studi di antropologia
Parthenope è una giovane donna brillante e appassionata di umanità. Le piace osservare ogni sfumatura della realtà, e ogni personaggio che incontra la incuriosisce e l’affascina senza giudizio. Non a caso intraprende gli studi di antropologia, fino a diventare una professoressa affermata. Il luogo del sapere per eccellenza a Napoli è l'Università degli Studi Federico II. Fondata nel 1224, l’Università è non solo un polo educativo, ma anche un simbolo del patrimonio intellettuale di Napoli. Le riprese si concentrano in particolare sul palazzo storico al Corso Umberto I, che ospita l’ateneo centrale. Le scene più significative sono girate nella bellissima Aula Ovale, con i suoi antichi scranni di legno, e sulla monumentale scalinata interna, conosciuta come Scalone della Minerva.
4. Lungomare Caracciolo: Napoli e il colera
Il Lungomare Caracciolo, con il mare e gli scogli da una parte e le ordinate file di alberi della Villa Comunale dall’altra, è la passeggiata dei napoletani. Questo luogo fa da sfondo a una scena chiave che segna un evento tragico nella vita di Parthenope. Sulla promenade, irrealmente deserta, sfila un triste corteo funebre sotto il sole splendente di Napoli, interrotto a un certo punto da un grosso camion che spruzza disinfettante, in riferimento all’epidemia di colera che colpì Napoli negli anni ’70. Per questa scena Sorrentino ha utilizzato un camion d’epoca originale.
3. Spaccanapoli: il ventre della città
Lo scontro di Parthenope con il lato più oscuro di Napoli si svolge in una delle strade più antiche e caratteristiche del centro storico: Spaccanapoli, il vecchio decumano che sembra dividere in due la città. Qui Parthenope incontra un personaggio enigmatico, appartenente alla malavita, che la guida nel ventre della città, facendole da cicerone tra i bassifondi. La protagonista, che fino a quel momento aveva conosciuto solo la bellezza luminosa di Posillipo, scopre un lato di Napoli fatto di miseria e oscurità. Anche qui, il suo sguardo rimane privo di giudizio, cogliendo intensità e umanità nella decadenza. Spaccanapoli, attraversata di notte, si rivela a Parthenope nei suoi bassi, piccoli teatri di scene grottesche e commoventi, come le grotte di un presepe.
2. Il Duomo di Napoli: San Gennaro tra miracoli e tesori
Non poteva mancare nel racconto simbolico della vita di Parthenope, l’incontro con un altro simbolo fondamentale di Napoli: San Gennaro. Parthenope, ormai avviata dal suo professore alla carriera accademica come antropologa, si reca al Duomo di Napoli nel giorno di San Gennaro (il 19 settembre) per assistere al miracolo del sangue e incontrare il colorito Vescovo per intervistarlo. L’affascinante personaggio del Vescovo, decisamente sui generis per essere un ecclesiastico, incarna tutte le contraddizioni di una città in cui sacro e profano si mescolano senza sosta. Grazie al Vescovo, guida d'eccellenza Parthenope potrà osservare da vicino la bellezza del Duomo di Napoli e toccare con mano gli stupendi gioielli ( e la mitologica tiara tempestata di diamanti) appartenenti al Tesoro di San Gennaro.
1. Via Partenope: la Festa dello Scudetto
La scena finale del film è ambientata ai giorni nostri: la protagonista, ormai anziana, si ritrova in via Partenope all'altezza dell'Hotel Santa Lucia. La strada è deserta e silenziosa, quando all’improvviso appare una scena insolita: una nave azzurra spinta da un piccolo corteo in festa. La nave richiama un carro realmente creato dai tifosi durante i festeggiamenti del 4 maggio 2023, quando la gioia per la vittoria invase la città dopo la partita decisiva. Da tifoso appassionato, legato alla fede partenopea, il regista non poteva non includere un omaggio a quella notte epica nel suo ultimo film.
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