Come mai Napoli è diventata sede universitaria

Prima di andarvi a parlare nello specifico queste due università, simboli eccellenti di didattica e storia della città, proviamo un po’ a capire il perché si sia giunti a scegliere Napoli come luogo di istruzione per fondare un centro universitario.

L’istituzione universitaria a Napoli arriva in epoca medioevale grazie a Federico II. Egli voleva che il nuovo Studium (Università) fosse reale centro di richiamo per tutto il Regno e l’Impero, quindi la scelta doveva necessariamente ricadere verso una regione centrale e facilmente raggiungibile. La Campania, per la sua posizione, centralità commerciale e clima favorevole, fu giudicata la più idonea.

Ai motivi di carattere geo-economico, se ne aggiunse un altro: ormai la maggior parte dei funzionari della cancelleria, in possesso di una cultura giuridica ottenuta da studi universitari, proveniva dalla Campania. Regione che, nel Medioevo, superava gli attuali confini, arrivando fino all’attuale basso Lazio.

Dunque, la Campania era la regione più adatta ad ospitare la sede universitaria. Ma poi, perché proprio Napoli? A Salerno c’era l’antica e prestigiosissima scuola medica, a Capua erano nati numerosi rettori e letterati come Pier della Vigna.

Ebbene, se Federico scelse proprio Napoli tra le tante città è per un fine politico: Federico intendeva riportare la pace. Napoli, infatti, era stata l’ultima a piegarsi a Ruggero II e aveva resistito per tre anni all’assedio di Enrico VI, padre di Federico II; in ultimo, nel 1211, si era ribellata allo stesso Federico II passando al partito di Ottone IV.

In ogni caso, la scelta fu sicuramente fruttuosa per Napoli, che crebbe non solo dal punto di vista culturale, ma anche commerciale.


L’Università di Napoli Federico II: la prima università statale al mondo

L’Università degli Studi di Napoli Federico II fu fondata il 5 giugno 1224 dall’Imperatore del Sacro Romano Impero e Re di Sicilia Federico II di Svevia. È la più antica università laica e statale del mondo, cioè la prima a non essere stata fondata da corporazioni o associazioni di intellettuali o studenti, ma dal provvedimento di un sovrano. Con la fondazione di tale università, Federico II avrebbe permesso alla sua classe dirigente (i giuristi) di formarsi nel regno, allargando così la formazione culturale a un maggior numero di sudditi che non dovevano affrontare sostanziosi costi di viaggio.

Inizialmente, quindi, gli studi furono indirizzati verso il diritto, le arti liberali, la medicina e la teologia, quest’ultima, a differenza delle altre, venne insegnata presso sedi religiose, in particolare nel Convento di San Domenico Maggiore. Durante le diverse dominazioni che hanno caratterizzato Napoli, per diverse difficoltà, l’università è stata chiusa e riaperta diverse volte, per poi essere riaperta definitivamente nel 1507.

Sotto i Borbone, si aggiunsero le cattedre di Astronomia e la prima al mondo di Meccanica e Commercio, ovvero Economia politica. Durante il decennio francese (1806 – 1815), invece, fu creata la prima cattedra in Italia di Zoologia.

Con l’Unità d’Italia purtroppo l’Università di Napoli subisce un duro colpo: dovette uniformarsi alla legge Casati che, essendo una legge fortemente gerarchica privilegiava gli istituti privati, la portò a dover affrontare forti disparità con le altre sedi italiane con numerosi istituti privati concorrenti. Per merito poi di leggi specifiche, volte a standardizzare le Università italiane, l’ateneo partenopeo riuscì ad abbattere tali diversità.

A cavallo tra Ottocento e Novecento, torna ad essere un istituto di grande prestigio, soprattutto sotto il profilo scientifico: nasce qui la prima cattedra italiana di Genetica. Ma purtroppo le difficoltà sono state numerose, soprattutto sotto il profilo edilizio ed organizzativo: durante la Seconda Guerra Mondiale i tedeschi incendiarono la sede centrale.

Nel dopoguerra, in seguito all'evoluzione moderna del modello universitario in generale, l'Università degli Studi di Napoli divenne il secondo ateneo più importante d'Italia per numero di iscritti, secondo soltanto alla Sapienza di Roma. Il 7 settembre 1987 assunse l'attuale denominazione Università degli Studi di Napoli Federico II in previsione dell'istituzione, nel 1991, per suo scorporo, della Seconda Università degli Studi di Napoli.


La Sede Centrale di Palazzo dell’Università degli Studi di Napoli Federico II

Ad oggi, l’Università degli Studi di Napoli Federico II conta ben 24 diverse sedi, alcune dislocate anche fuori dal Comune di Napoli, come il caso della Facoltà di Agraria a Portici e il Corso di Laurea in Viticoltura ed Enologia ad Avellino.

In principio l’Università non aveva delle sedi fisiche “ben ufficializzate” e, nonostante fosse un’università laica, utilizzava spesso conventi o chiese come sue sedi, come il caso del Convento di San Domenico Maggiore e il Convento del Salvatore (che però già non apparteneva più ai Gesuiti). A partire dal 1616, la sede universitaria fu posta nel Palazzo dei Regi Studi (oggi sede del Museo Archeologico Nazionale di Napoli).

È solo tra il 1897 e il 1908 che viene eretto il Palazzo dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, comunemente noto come Sede Centrale. Esso si trova al civico 40 di Corso Umberto I, all’angolo con Via Mezzocannone.

L’edificio, in stile neobarocco, sorge a ridosso del complesso universitario originario della Casa del Salvatore. Tuttavia, la nuova costruzione non venne isolata dal complesso retrostante: gli architetti Pierpaolo Quaglia e Guglielmo Melisurgo si premurarono di metterla in collegamento con le sedi preesistenti alle sue spalle tramite il c.d. Scalone della Minerva, che si origina nel cortile del Palazzo dell'Università e termina nel cortile gesuitico, superando un dislivello di più di 7 m.

A dare particolarmente nell’occhio sono le sua scalinata in marmo all’ingresso fiancheggiata da due sfingi in piperno (opere di Alberto Ferrer e Domenico Pellegrino). Inoltre, su in alto, il frontone centrale con inciso il motto dell’ateneo: Ad Scientiarum Haustum et Seminarium Doctrinarum ("alla fonte delle scienze e al vivaio dei saperi").


Università degli di Napoli L’Orientale: la più antica Scuola di Sinologia e Orientalistica di Europa

L’Orientale trae le sue origini dal Collegio dei Cinesi fondato da Matteo Ripa, sacerdote missionario che, dal 1711 al 1723, aveva lavorato, in qualità di pittore ed incisore sul rame, alla corte dell’imperatore Kangxi. Tornato a Napoli nel 1724, portò con se quattro giovani cinesi ed un loro connazionale, maestro di lingua e cultura mandarinica, con lo scopo di istituire un nuovo nucleo didattico.

Il riconoscimento ufficiale nel 1732, per opera del Papa Clemente XII, in quanto Collegio dei Cinesi, che si proponeva la formazione religiosa e l'ordinazione sacerdotale di giovani cinesi destinati a propagare il cattolicesimo nel loro paese. Tra gli altri scopi, anche quello di formare interpreti, esperti nelle lingue dell’India e della Cina, al servizio della Compagnia di Ostenda, costituita nei Paesi Bassi con il favore di Carlo VI d’Asburgo, per stabilire rapporti commerciali tra i paesi dell’Estremo Oriente e l’Impero Asburgico, nel cui ambito rientrava il Regno di Napoli.

In seguito all’Unità di Italia, l’istituto, rinominato Real Collegio Asiatico, vide l’aggiunta di nuove lingue, quali l’arabo, l’hindi, il russo, l’urdu, il greco moderno, il persiano. Con una riforma del 1888, fu soppressa la sezione missionario e il nuovo istituto fu equiparato ad università (fino ad allora, era stato considerato in quanto scuola secondaria superiore).

Solo nel 2002, l’istituto acquisisce l’attuale denominazione di Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”. La peculiarità di questo istituto sta proprio nella sua unicità e diversità.

È ad oggi l’unico ateneo in Italia ad offrire una formazione esclusivamente di tipo umanistico. In un mondo con sempre più convergenze fra etnie, offre ai giovani una formazione completa e in linea con la realtà contemporanea. Offre l’opportunità di aprirsi al confronto, di entrare in contatto con i mondi più disparati, di studiare culture antitetiche.

Altri settori disciplinari di grande rilievo sono costituiti dagli studi archeologici, attraverso campagne di scavo presenti in Europa, Asia ed Africa, e il settore degli studi di relazioni internazionali e per lo sviluppo. La tradizione plurisecolare nello studio delle culture e delle lingue dell'Asia e dell'Africa ha reso possibile l'attivazione del percorso di studi in Relazioni Internazionali con specializzazione per le aree Asiatiche o Africane, che ha visto alcuni dei suoi studenti superare il severissimo concorso per la carriera diplomatica.


Le sedi de L’Orientale: Palazzo Giusso e Palazzo Corigliano

Ad oggi, dislocato in 5 sedi in giro per Napoli, la sua sede principale e più antica è quella di Palazzo Giusso. È un palazzo rinascimentale ubicato in largo San Giovanni Maggiore.

In principio, sorgeva in quanto casa nobiliare con annesso un agrumeto con vista sul mare (che all’epoca arrivava fino all’attuale Corso Umberto I).

Acquisisce l’attuale nome nel 1828, quando divenne di proprietà del banchiere Conte Luigi Giusso che ne fece sede della sua banca. Fu lui ad eseguire imponenti lavori di restauro interni ed esterni, testimoniati dalla targa commemorativa affissa oggi nel cortile interno del palazzo.

L’Istituto Orientale si introdusse nel 1932, inizialmente fittando una parte dei locale, per poi, l’anno seguente, acquistare l’intero edificio. L'Istituto vi si trasferì interamente a partire dall'anno accademico 1934/35, apponendo sul frontone dell'edificio la dicitura "R. Istituto Orientale". La scritta cambiò negli anni prima in "R. Istituto Superiore Orientale", quindi in ""R. Istituto Superiore Orientale", e poi con la Repubblica in "Istituto Universitario Orientale", dicitura che si conserva ancora.

Altra sede degna di nota è quella di Palazzo Corigliano in Piazza Domenico Maggiore, dove ha attualmente sede il Dipartimento Asia, Africa e Mediterraneo. Al piano nobile (attuale quarto piano) ha sede la magnifica Biblioteca di Studi Asiatici, contenente testi orientali di grande valore e che si apre sulla Galleria Grande, ornata con decorazioni e dipinti del XVIII sec. Ma il vero gioiello del palazzo è il Cabinet del Duca, uno studio rivestito di specchi e arricchito da finissime decorazioni in legno intarsiato e dorato rappresentati scene esoteriche e mitologiche.