L’esaltazione della figura femminile nella cultura napoletana

A Napoli, che si parli di poesie o di canzoni, la donna è sempre la maggiore protagonista. La donna è tanto creatura angelica da amare quanto demone da evitare a tutti i costi.

Questo contrasto emerge anche nei proverbi napoletani. La donna viene decantata in tutti i suoi aspetti, nei suoi pregi e nei suoi difetti. Il napoletano nell’esaltare questa figura, sotto ogni sua aspetto, ne esalta la femminilità a tutto tondo!

Innanzitutto, lasciateci fare una premessa:  molti dei proverbi napoletani vengono dal passato e che quindi c’è una concezione della donna, in certi aspetti, un po’ datata! Oggi la maggior parte di questi proverbi vengono usati non tanto per il riferirsi alla donna in se per se, ma nell’usarla in quanto metafora facendo riferimento a tutt’altro.

Noi di Visit Naples ve ne proponiamo alcuni dei nostri preferiti, cercando anche di spiegarvene il significato celato.


20 proverbi napoletani sulla figura della donna

1. ‘A femmena è comme ‘o tiempo ‘e marzo: mò t’alliscia e mò te lascia (La donna è come il mese di marzo, mentre ti accarezza, ti tradisce): Viene fatto il paragone con il mese di marzo, quando subentra la primavera ed il tempo potrebbe spesso risultare volubile. Questa volubilità potrebbe esserci anche nella donna e far soffrire la persona amata.

2. ‘A femmena ne sape una cchiù d’ ‘o riavulo (La donna ne sa una più del diavolo): Detto famosissimo che mette in risalto la scaltrezza e la furbizia delle donne.

3. ‘A femmena è comm’ ‘o mellòne: ogne ciènte, una (La donna è come l’anguria: su cento ne esce una buona): Trovare la donna “giusta” è spesso considerata impresa impossibile e come la frutta di stagione va cercata e coltivata bene.

4. Chi tène appaùra nun se cocca cu ‘e ffémmene belle (Chi ha paura, è timido o non osa, non andrà mai a letto con belle donne): Un po’ l’equivalente del più conosciuto “La fortuna aiuta gli audaci”. Spesso nella vita, non sole per le donne e nei rapporti sentimentali, “osare” premia e superare la propria timidezza ci può far raggiungere risultati mai sperati prima.

5. Nu buono marito fa ‘na bona mugliera  (Un buon marito fa una buona moglie): Qui il marito e la moglie sono metafore. Il senso da cogliere è che dove c’è un buon capo, sia come dirigente che come esempio, non ci può essere altro che dei buoni dipendenti o dei buoni discepoli.

6. A monaca de Camaldoli: muscio nun le piaceva e tuosto le faceva male (Alla suora dei Camaldoli – zona di Napoli – morbido non gli piaceva e duro le faceva male): Colorito proverbio napoletano che è usato per indicare qualcuno di davvero incontentabile, non solo per una donna, ma anche magari per un datore di lavoro.

7. Na femmena e ‘na papera arrevutaino ‘na città (Una donna ed una papera rivoltarono la città): Un’oca che starnazza e una donna che chiacchiera e litiga portano allo stesso modo uno scompiglio enorme. Un accostamento che è usato in molti detti napoletani.

8. Chi ato nun ave, cu ‘a mugliera se còcca (Chi altro non ha, con la moglie si corica): Quando le occasioni scarseggiano, si ritorna alle cose di sempre, quelle che sai che ci sono sempre e che non ti deludono mai. Il proverbio viene usato in generale, non solo in ambito sentimentale.

9. Quanno ‘a moda dice ca è ora vide ‘a femmena cò culo ‘a fora (Quando la moda dice che è ora vedi le ragazze col sedere scoperto): La moda comanda e questo colorito proverbio spiega perfettamente la situazione: tutto sembra risultare lecito quando l’uso diventa di massa.

10. A bella figliòla nun manca ‘nnammurato (Alla bella ragazza non manca l’innamorato): Si sa le belle donne hanno sempre un qualcuno che le corteggia, ma il proverbio nasconde ben altro significato. Il detto va inteso che dove c’è ricchezza, bellezza e convenienza, ci sono sempre persone che girano intorno, come le api al miele.

11. A femmena è comme a campana: si nun ‘o tuculeja nun sona (La donna è come la campana: se non lo scuote non suona): In questo detto si potrebbe intendere un chiaro riferimento sessuale, ma non è così! Si intende come sprono nel prendere l’iniziativa ed essere intraprendente.

12. Dicette ‘a femmena a ‘o cecato: ddoje cose nun e’ puo’ fa, o me futti, o mmé vasà (Disse la donna al cieco: due cose insieme non le puoi fare, o fai all’amore o mi baci): Questo detto è un simpatico modo per l’invitare a pazientare e al fare le cose piano piano ed una alla volta.

13. Quanno ‘a femmena vò filà, fila pure cu ‘o spruòccolo (Quando la donna vuole filare, fila anche con lo stecco): Il detto evidenzia la caparbietà del gentil sesso: quando una donna si mette in testa qualcosa, difficilmente non riesce nel proprio intento.

14. A muglièra ‘e ll’ate è sempe cchiù bella (La moglie degli altri è sempre più bella): Il detto fa riferimento all’insana invidia che viviamo spesso inconsapevolmente verso gli altri, un po’ come il più famoso proverbio “L’erba del vicino è sempre più verde”.

15. A femmena pe’ l’ommo addivènta pazza, l’ommo p’ ‘a femmena addivènta fesso (La donna impazzisce per l’uomo. L’uomo si rincretinisce per la donna): Questo detto non è altro che un modo per confrontare come una donna può amare e come invece lo può fare un uomo.

16. ‘A femmena curtulella fa figlie a tummulelle (La donna bassa di statura fa figli a iosa): Questo detto napoletano è un po’ l’equivalente del nazionale “Nella botte piccola c’è il vino buono”.

17. ‘A femmena è comme all’onna d’ ‘o mare: o te sulleva o t’affonna (La donna è come l’onda del mare: può sollevarti o farti affondare): Forse uno dei puoi belli e poetici proverbi sulla donna, che tanto può farti godere quanto soffrire.

18. E femmene d’ò lavanaro, sennò scen o’ marito e saglie o’cumpare (Alle lavandaie scende il marito e sale l’amante): Questo detto più che essere d’uso d’oggi, è interessante perché fa riferimento ad un’antica diceria che riguardava l’infedeltà delle lavandaie di Napoli.

19. Fà sciacqua Rosa e bive Agnese: Questo detto fa rifermento all’aneddoto di due amiche si presume partecipino ad un gioco a sfide: mentre Rosa beveva a dismisura, accontentandosi di qualche vinello allungato con l’acqua, Agnese beveva quello buono, ma con un unico esito: alla fine del gioco stettero entrambe male per questo scellerato abuso. Ciò è riferito a chi più si adopera a dilapidare un patrimonio.

20. 'A femmena 'nfenesta nun fa maje festa (Per la donna che sta sempre alla finestra le giornate sono tutte uguali): Questo detto rappresenta un po’ uno spaccato dell’immaginario dei quartieri di Napoli dove c’è sempre una donna affacciata alla finestra e che osserva ciò che la circonda e che magari finisce sempre per vedere il solito scenario. Il detto vuole anche essere un invito alla libertà, a lasciare la finestra, uscire e cominciare a vivere veramente e non da spettatore.