Napoli è sicuramente una città dalla storia millenaria, che si perde nei tempi più antichi. Un luogo che da sempre ha nutrito e ispirato numerosi artisti, ma tu sapevi che Napoli è innamorata dell’arte contemporanea? Dalle metrò dell’arte al museo Madre fino alle piazze che si riempiono di artisti straordinari, Napoli ha sempre spazio per le ultime tendenze delle arti visive. E’ per questo che abbiamo pensato a tre artisti Napoletani da farvi conoscere, e a ognuno di essi abbiamo unito il loro quartiere d’appartenenza. In questa intervista speciale, ci immergiamo nel mondo artistico di tre talentuosi artisti contemporanei di Napoli: Gustavo Pozzo, Roxy in the Box e Luigi Grossi.

Scopri insieme a noi qual è il loro rapporto con Napoli, i luoghi che li ispirano di più e da dove nascono le loro creazioni. 

Gustavo Pozzo, quartieri spagnoli

Gustavo Pozzo è un artista che vive e lavora in Salita Cariati n° 8, nel cuore dei Quartieri Spagnoli di Napoli.

Operatore culturale, si distingue per la sua formazione autodidatta e per la sua capacità di esplorare diverse tecniche e stili artistici senza vincoli.

La sua esperienza artistica si caratterizza per l'esplorazione e la sperimentazione. Gustavo Pozzo abbraccia vari medium, come la pittura, la scultura, le installazioni e le tecniche miste, per dare forma alle sue idee. Questa versatilità gli permette di comunicare la sua visione attraverso diversi linguaggi artistici, spingendo i confini delle convenzioni artistiche tradizionali.

A lui abbiamo chiesto: Qual è il rapporto tra la tua arte e Napoli?

"Il rapporto tra la mia arte e Napoli è un rapporto senza tempo, in quanto l'arte è nel corpo di questa città. Le foto scattate in maniera random di particolari della città con modifiche effettuate al computer le trasformo in forme astratte. Napoli mi fornisce una costante fonte di ispirazione per la mia arte."

Quale luogo della città ti ispira di più?

"I luoghi che mi ispirano di più sono il centro antico con le sue strade immutabili e il mare sempre in movimento. Questi luoghi catturano la mia attenzione e mi offrono spunti creativi per le mie opere."

Qual è il tuo artista preferito di riferimento?

"Tra gli artisti europei, il mio preferito è sicuramente Gerhard Richter. Ammiro la sua visione che considera la fotografia un punto di riferimento da cui iniziare e la sua capacità di smaterializzare i colori. Della scuola americana dell'espressionismo astratto, preferisco artisti come Pollock, Rothko e De Kooning."

Roxy in the Box, Montesanto

Roxy in the Box è un'artista contemporanea che utilizza come mezzo espressivo la Pop Art e tutto ciò che risiede sulla superficie, sfruttando pienamente i linguaggi e le icone che le appartengono.

Vive e "abita appieno" la città di Napoli, con tutte le sue sfumature, arricchendone la sua immagine estrosa e vibrate con la sua personale riflessione sull'individuo e le sue turbolenze, le sue sofferenze e la sua solitudine. A proposito di sé ci fa sapere che "Cinema e letteratura sono le sue fonti di ispirazione principali. Internet è il suo terzo braccio, mentre la musica agisce come sedativo"

A lei abbiamo chiesto: Qual è il rapporto tra la tua arte e Napoli?

"Come in ogni relazione passionale, gli scontri non mancano mai. Napoli è un'amante che spesso tradisce chi ha deciso di starle accanto, e forse questo rapporto così tormentato fa sì che tutto inizi sempre da questo luogo. È un insistere senza sosta, così come il mio lavoro. Più vedo e sento ostacoli, più mi ci butto dentro."

Quale luogo della città ti ispira di più?

"Napoli la amo soprattutto dall'alto, dove sembra che tutto sia perfetto immersa nella sua naturale bellezza, dove tutto si incastra alla perfezione. Mi viene voglia di volarci sopra e di atterrare in un vicolo qualsiasi a prendermi un caffè a casa di qualche signora e farmi raccontare la sua storia. Però quando scendo di casa per una passeggiata, il lungomare è la mia meta preferita. La linea del mare mi concede sempre una sensazione di infinito, di qualcosa che non finirà mai. È una specie di ricarica che mi dice di non fermarmi, mi trasmette il tempo senza fine e mi dà la pace di cui ho bisogno quando ho paura di non farcela."

Qual è il tuo artista preferito di riferimento?

"Mi piace molto la corrente femminile della pop art, a partire dagli anni '60. Non ho un artista di riferimento vero e proprio, ma mi lascio ispirare da diverse influenze artistiche."

Luigi Grossi, quartieri spagnoli

Torniamo nei quartieri spagnoli con l'artista Luigi Grossi; nato nel 1949 ha ottenuto riconoscimento da parte del pubblico e della critica nel 1999, grazie a una mostra presso la Galleria La Gioconda di Napoli.

Da allora, ha esposto le sue opere in diverse sedi in Italia e all'estero, suscitando l'interesse degli esperti del settore.

La sua formazione artistica è stata fortemente influenzata da importanti figure dell'arte contemporanea napoletana, come Notte, Chiancone, Brancaccio e Vincenzo Montefusco, con il quale ha instaurato un legame di vera amicizia.

Grosso si dedica a una continua e instancabile ricerca interiore e visiva. Esplora i linguaggi della modernità, che ha avidamente assorbito negli ultimi anni, spingendoli verso una contemporaneità audace e illusoria.

A lui abbiamo chiesto: Qual è il rapporto tra la tua arte e Napoli?

"Il mio rapporto tra arte e Napoli è una simbiosi! La mia terra natia mi ha dato i natali e una vista che non vede solo il panorama partenopeo, ma mi porta a ricercare un significato ulteriore. Napoli mi ispira una ricerca esistenziale. È come se questa città mi offrisse una cornice perfetta per le mie opere."

Quale luogo della città ti ispira di più?

"Il luogo dove trovo l'ispirazione è Via Lungo Gelso 49, nel mio studio Q.S. Apri Sipario. È un microcosmo che, con la sua lunga storia, si apre alle mille suggestioni. Qui è stata aperta la Stanza di Emily Dickinson, mia corrispondente nei sogni, che qualche anno fa ha fatto anche un giro per i quartieri di Napoli. Tra il sogno e la fantasia, trovo l'ispirazione nel mio studio."

Qual è il tuo artista preferito di riferimento?

"Il mio artista preferito e un gran punto di riferimento è stato per anni Augusto Perez, ma dopo aver a lungo reso omaggio alla sua memoria, ora la mia arte rifugge l'impostazione accademica ed è in costante sperimentazione alimentata da sempre nuove suggestioni."