Napoli è una città ricca di Arte e di Storia. Innumerevoli sono le sue attrattive, le sue bellezze e i suoi prestigiosi monumenti, celebri e famosi in tutto il mondo. Questa volta vi abbiamo preparato un singolare itinerario, un tour tra le ville più belle della città, testimonianze vive e feconde dell’aristocrazia dell’Ancien Régime. Seguiteci, allora. Sarà un viaggio entusiasmante!
1- Villa Rosebery: la regina di Posillipo, tanto amata dai potenti
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La storia di Villa Rosebery inizia nel 1820, quando Agostino Serra di Terranova e la madre, la principessa di Gerace, acquistarono un nucleo di edifici rurali sulla ridente ed amena collina di Posillipo. Erano gli anni nei quali si stava costruendo via Posillipo, che avrebbe collegato la collina così tanto amata dai Romani alla zona di Mergellina, rendendo più facilmente accessibile l'incantevole zona. I precedenti edifici furono ristrutturati dagli architetti Luigi e Stefano Gasse, che trasformarono l'antica masseria colonica in una splendida villa, interessandosi in particolar modo del casino del Belvedere, l'attuale Palazzina Borbonica: fu qui che i nuovi proprietari si stabilirono, qui vissero giorni felici in uno dei luoghi più belli della città di Partenope. Nel 1857, però, sopraggiunta la morte dei Serra, l'edificio conobbe la sua seconda stagione. Infatti la villa fu ceduta al celebre Luigi di Borbone, capo della Marina Napoletana, che fece recintare l'edificio e fece costruire un enorme parco alberato. Dopo i Borbone, la struttura passò di mano all'affarista Gustavo Delahante che poi la cedette, sul finire del XIX secolo, al primo ministro inglese Lord Rosebery, da cui l'attuale denominazione. La villa fu appannaggio del governo britannico fino al 1932, quando questa fu ceduta allo Stato: da allora la villa fu la residenza preferita dai reali italiani. Per ben due anni, dal 1944 al 1946, Vittorio Emanuele III ne fece la sua dimora. Tale funzione istituzionale è tutt'ora assolta: infatti la villa fa parte del patrimonio indisponibile dello Stato, ed ospita sovente, in vista di grande occasioni, il Presidente della Repubblica Italiana. Per il grande pubblico il monumento è visitabile solo in occasione delle aperture straordinarie organizzate dal Fai.
2 - La Villa Floridiana: da alcova borbonica a museo di arti decorative

Le prime notizie sulla Villa Floridiana si hanno già nel XVIII secolo. Agli inizi del secolo successivo la villa risultava di proprietà della famiglia dei Saliceti, eredi di Cristoforo, "pezzo grosso" del governo murattiano. Nel 1817 la nobile famiglia cedette l'edificio collocato sulla collina del Vomero, ed il relativo appezzamento di terreno, al re Ferdinando di Borbone, che lo trasformò nella "lussuosa e lussuriosa" residenza estiva di Lucia Migliaccio di Partanna, duchessa di Floridia, sposata con nozze morganatiche dopo la morte della regina Maria Carolina. La risistemazione del precedente edificio, dotato di un piccolo casino e di una coffee house fu affidata ad Antonio Niccolini che conferì alla struttura uno stile neoclassico, progettando anche un giardino all'inglese tanto in voga a quel tempo. Nel 1826 con la morte della duchessa di Floridia, il parco e gli edifici furono oggetto di notevoli trasformazioni promossi dagli eredi della defunta. Nel 1919 la Villa fu acquistata dallo Stato che nel 1924 la destinò a sede museale. Sette anni più tardi nascerà il Museo Duca di Martina, tra i più prestigiosi musei al mondo di arti decorative. Il nucleo fondante del museo è costituito dalla raccolta che Placido de Sangro, duca di Martina, donò nel 1911 alla città di Napoli. Oggi una visita al Museo Duca di Martina e Villa Floridiana, consente, quindi, non solo di rivivere appieno le atmosfere fastose ed intriganti di un'epoca ormai scomparsa. Ma anche di godere di una delle più importanti collezioni di arte orientali al mondo. Sullo sfondo, lo splendido paesaggio dell'incantevole Partenope...
3 - Villa Pignatelli: un gioiello d'imperitura bellezza

Una delle più belle ville della città di Napoli è sicuramente Villa Pignatelli, magica e seducente regina della Riviera di Chiaia. La sua storia ebbe inizio nel 1826, quando l'Ammiraglio Ferdinando Acton commissionò al giovane architetto Pietro Valente la costruzione dell'edificio. Questi realizzò non solo la principale residenza nobiliare, immersa in mezzo al bel parco, ma anche l'appartamento del maggiordomo, i due padiglioni della Riviera e le abitazioni della servitù. Appartengono, invece, al toscano Guglielmo Bechi le decorazioni dell'appartamento e la bella scalinata marmorea all'ingresso. Nel 1841, con la scomparsa di Acton, la villa fu ceduta al banchiere tedesco Carl Mayer von Rotschild, dal 1821 in affari a Napoli. Con la caduta dei Rotschild, però, nel 1867 l'edificio fu alienato al principe Diego Aragona Pignatelli Cortes, committente di edifici come la Torretta Neogotica e lo Chalet Svizzero. L' opera di abbellimento fu proseguita dal nipote Diego, che fece conferire alla villa un aspetto maggiormente sfarzoso. Nel 1952, infine, la principessa Rosina decise di cedere l'intero complesso allo Stato Italiano che lo trasformò nell'attuale Museo. In questo modo, la memoria dei Pignatelli si "sarebbe preservata intatta senza le solite dispersioni collezionistiche". E a voi visitatori è stata così concessa la possibilità di un meraviglioso viaggio nel Tempo e nella Bellezza.
4 - Villa Campolieto: una gemma dell'area vesuviana

E adesso spostiamoci dal centro di Napoli per muoverci in direzione della zona vesuviana, lungo quel Miglio D'Oro così tanto ricco di ville prestigiose ed antiche residenze. Qui c'imbattiamo in Villa Campolieto, poco distante dalla Reggia di Portici. La villa fu fatta costruire nel 1755 dal Duca di Casacalenda, il Principe Luzio De Sangro, che ne affidò la realizzazione al celebre architetto Mario Gioffredo. A questi, poi, subentrò Luigi Vanvitelli che condusse la direzione dei lavori fino alla morte, sopraggiunta nel 1773: fu il figlio Carlo a proseguire degnamente il lavoro del padre. Il monumento è stato acquistato dall'Ente per le Ville Vesuviane nel 1977, ente che ne ha patrocinato il recente restauro, ridandone il lustro e la dignità perdute per l'ingiuria dei secoli. Da non perdere, se siete in visita a Villa Campolieto, sono la sala degli Specchi, sorta di anticamera dove le donne si riunivano prima delle grandi festività, e il contiguo Salone delle Feste, meravigliosamente decorato con affreschi di soggetto mitologico. Di grande valore artistico è anche il bell'affresco realizzato dal Magrì e dal Fischetti nella grande Sala da Pranzo, dove è rappresentata la famiglia De Sangro alle prese con la "solita routine" mondana. Imperdibile, poi, poco distante, nei pressi della porta, un raro autoritratto del Vanvitelli con tanto di monocolo. La vostra visita si conclude sul grande terrazzo, da dove potrete godere della vista del Golfo di Napoli a 360 gradi, da Posillipo alla Penisola Sorrentina, da Ischia a Capri.
5 - Villa La favorita: il faro del Miglio d'Oro

Il nostro tour si conclude proprio qui, all'ombra del Vesuvio, lungo il Miglio d'Oro, con la splendida Villa "La favorita", capolavoro del grande architetto Ferdinando Fuga. Il curioso appellativo fu donato all'edificio dal re Ferdinando IV di Borbone in onore della consorte, la regina Maria Carolina d'Austria. Anche questa villa, come la precedente, è stata riportata all'antico splendore dall'Ente per le Ville Vesuviane, dopo anni d'incuria e di uso improprio. Le bellezze della Villa ci raccontano la loro storia. Ad esempio il bel parco, di proprietà di Leopoldo di Borbone, fu impreziosito dalla costruzione di giostre, orchestre e caroselli, per la propria gioia e per la gioia del popolo che dal 1823 aveva accesso al parco. Anche qui è possibile godere di uno splendido panorama, in particolar modo dalla caratteristica Casina dei Mosaici: di particolare interesse storico il molo che permetteva ai reali di accedere direttamente via mare alla propria residenza. Memorabile, nel 1802, il ritorno da Palermo di Ferdinando IV di Borbone dopo la rivoluzione partenopea del 1799. Ma non finisce qui. Altre storie e altre bellezze vi attendono a Villa Favorita. Cosa aspettate allora? Mettetevi in viaggio!
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