Il Vesuvio e le sue eruzioni

Il Vesuvio è il vulcano che domina il Golfo di Napoli. E’ famoso per le sue eruzioni devastanti di tipo esplosivo. Secondo gli studiosi l’attività vulcanica esplosiva del Vesuvio è iniziata circa 400mila anni fa ed ha profondamente modificato tutto l'ambiente circostante. Circa 39mila anni fa si ebbe una colossale eruzione denominata Ignimbrite Campana, che seppellì gran parte della Campania sotto una spessa coltre di tufo. Dopo questa grande eruzione, ve ne furono altre di minore energia che con i loro depositi formarono il Monte Somma almeno fino a 19mila anni fa. Altre importanti eruzioni in epoca preistorica e protostorica furono: l’eruzione delle Pomici di Base, avvenuta 18mila anni fa, e poi quella delle Pomici Verdoline risalente a circa 16mila anni fa. A queste sono seguite l'eruzione delle Pomici di Mercato e quella delle Pomici di Avellino, più o meno quattromila anni fa. Quest’ultima eruzione distrusse numerosi insediamenti dell'Età del bronzo.

L'eruzione del 79 d.C. distrugge Pompei ed Ercolano

In età storica, il Vesuvio ha dato vita a numerose eruzioni. Tra queste va senz’altro ricordata l’eruzione del 79 d.C., talmente devastante da modificare l’edificio vulcanico del Vesuvio stesso e da distruggere le città di Pompei, Ercolano, Stabia e Oplonti, le cui rovine sono state riportate alla luce nel diciottesimo secolo. Durante questa eruzione morì Plinio il Vecchio, scienziato ed ammiraglio della flotta imperiale di Miseno che con una nave si era recato a soccorrere le popolazioni colpite. Il nipote Plinio il Giovane scrisse una lettera allo storico Tacito in cui ricorda la morte dello zio e descrive l’eruzione del Vesuvio. L’eruzione del 79 d.C. fu detta pliniana proprio perché fu descritta da Plinio il Giovane. Secondo Plinio, l'eruzione fu preceduta da un grande boato e fu caratterizzata dalla fuoriuscita di pomici, cioè rocce vulcaniche originate da un magma pieno di gas e ceneri. Proprio questi materiali seppellirono le città che sorgevano alle pendici del Vesuvio. Pompei e Stabia furono colpite immediatamente da una pioggia ardente di cenere e di lapilli, mentre Ercolano ne fu investita ore dopo. Tutti gli abitanti che si trovavano all'esterno furono vaporizzati. L’eruzione durò più di 24 ore e successivamente ad essa ci fu un periodo di quiete. Nel 472 d.C. si ebbe un’altra terribile eruzione del Vesuvio le cui ceneri arrivarono persino a Costantinopoli. Fino al sedicesimo secolo si alternarono poi eruzioni di minore energia definite subpliniane e periodi di relativa quiete, durante i quali i fianchi del Vesuvio si coprirono di giardini e di vigne.


L'eruzione del Vesuvio del 1631 e l’intervento di San Gennaro

Dopo un periodo di quiescenza, il Vesuvio si risvegliò nel 1631 dando vita ad una terribile eruzione esplosiva che, secondo la tradizione, si fermò soltanto dopo che la statua di San Gennaro, protettore della città di Napoli, fu portata in processione dinanzi al vulcano. Da quel momento, San Gennaro viene invocato dalla popolazione in occasione delle eruzioni e di altri flagelli che colpiscono Napoli e la Campania. L'eruzione durò quasi tre settimane e distrusse maggiormente le città di Portici, Resina, Torre del Greco, Ercolano ed Ottaviano dove morirono più di mille persone.

Le eruzioni del Vesuvio del 1848 e 1872

Nel corso del diciannovesimo secolo, il Vesuvio dette vita ad eruzioni di minore intensità che distrussero principalmente i paesi di Massa e San Sebastiano al Vesuvio. Durante l’eruzione del 1872, Luigi Palmieri, direttore dell’Osservatorio Vesuviano, rimase sul vulcano per motivi di studio: con lui c'era un gruppo di persone che volevano vedere da vicino l'eruzione. Alcune di queste persone persero la vita a causa della furia del vulcano.

La grande eruzione del 1906: il Vesuvio colpisce i paesi vesuviani

Nei primi mesi del 1906 vi fu un’altra grande eruzione del Vesuvio che fu descritta dalla scrittrice e giornalista napoletana Matilde Serao. Tale eruzione fu studiata dallo scienziato Giuseppe Mercalli che si recò sui luoghi del disastro. Tra i paesi vesuviani più colpiti vi furono Boscotrecase, Ottaviano e San Giuseppe Vesuviano. Le ceneri di questa eruzione raggiunsero anche la Puglia.

L'ultima eruzione del Vesuvio

L’ultima eruzione del Vesuvio avvenne nel 1944, durante la Seconda Guerra Mondiale. I paesi più colpiti furono Massa e San Sebastiano al Vesuvio. Le immagini di questa eruzione furono trasmesse dai cinegiornali americani e inglesi che seguivano le truppe di questi paesi in Italia.

Dopo l’eruzione del 1944, il Vesuvio è entrato in uno stato di quiescenza che dura fino ad oggi. Il Vesuvio è uno dei vulcani più studiati al mondo, costantemente monitorato da parte dell'Osservatorio Vesuviano. Ecco perché una futura eruzione del vulcano sarà prevista con un certo anticipo.